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Non sarà una sconfitta. Sarà un massacro. È quello che aspetta il Partito Conservatore, alle elezioni generali nel Regno Unito, il prossimo 4 luglio. Rishi Sunak, l’attuale Primo Ministro, ha già le valigie in mano e Keir Starmer, il leader laburista, si prepara a prendere le redini del Paese, forte di una maggioranza ‘oceanica’.

Più di una sconfitta

Gli ultimi ‘polls’ di YouGov assegnano ben 425 seggi su 650 alla sinistra riformista, mentre i Tories si fermano, a malapena, a 108; e i Liberaldemocratici a 67. Stessa musica, per un’altra rilevazione effettuata da Ipsos-MRP, nella quale al Labour toccano addirittura 453 seggi. Ai Conservatori, in questo caso, ne andrebbero 115. Se le dimensioni della sconfitta saranno confermate dai risultati, allora per i Tories sarà uno debacle di proporzioni epiche. Il più pesante crollo elettorale nei 200 anni di storia del Partito Conservatore britannico.

La somma degli errori

Oltre alle vicissitudini sociali ed economiche, che hanno interessato negli ultimi anni tutti i Paesi d’Europa, creando una ‘tempesta perfetta’, nel Regno Unito si sono aggiunti altri problemi specifici. Il primo di tutti è stato la Brexit, cioè l’abbandono dell’Unione Europea. Una scelta miope e vanagloriosa, cavalcata (e ora pagata) dai Conservatori, sostanzialmente rimasti legati a una visione vittoriana e tardo-imperiale di un’Inghilterra che non esiste più. Il distacco ha avuto un peso formidabile sugli equilibri economici del Paese, che ne sono usciti fibrillanti.

Dall’esagerato Boris all’inconsistente Liz

Londra ha deciso di lasciare l’Europa (e la sua economia di scala), nel momento peggiore, quando ha dovuto affrontare, da sola, tutte le distorsioni dei mercati internazionali post-covid e legate all’invasione dell’Ucraina. Nel frattempo, una serie di scandali clamorosi, dal ‘Partygate’ di Boris Johnson al caso Pincher, ha demolito la residua popolarità degli esecutivi Tories. Il colpo di grazia è arrivato con l’interregno, sconclusionato quanto arrogante, di Liz Truss. Non è durato molto, ma è stato sufficiente per infliggere all’economia britannica danni invalidanti permanenti. Le teorie monetaristiche del Cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, applicate con un programma chiamato Mini-budget, hanno dato al bilancio di Sua Maestà il colpo di grazia.

‘Pronto soccorso’ Sunak

L’arrivo di Rishi Sunak, infine, per i Conservatori ha avuto lo stesso senso di un ‘pronto soccorso’, per un paziente che non voleva farsi ricoverare in ospedale. Sunak ha cercato di mettere una pezza (a modo suo), con un occhio ai conti e l’altro a una politica estera sempre più allineata sotto l’ombrello americano. Con risultati sinceramente discutibili. Oggi, per certi versi, il Regno Unito è il grande Paese occidentale più esposto contro la Russia (dopo gli Usa) in Ucraina. Mentre su Gaza, sebbene i rivalli laburisti siano stati più volte critici con Israele, le prese di posizione di Sunak, nei fatti, hanno ribadito un appoggio pressoché incondizionato a Netanyahu.

Catastrofe sanità, pensioni e scandali

Ma la situazione sociale è andata progressivamente degradandosi. La crisi degli alloggi sempre più acuta, il sistema sanitario nazionale in ginocchio e i timori legati alle politiche di previdenza sociale (a partire dalle pensioni) sono solo alcuni dei temi più scottanti sul tappeto, che fanno parte della campagna elettorale. Una battaglia dove, fino all’ultimo, non mancano gli scandali. Quello attuale sembra uscito da un romanzo di fantapolitica: una speciale commissione d’inchiesta sul gioco d’azzardo, ha scoperto delle scommesse sospette sulla data delle elezioni. Troppe puntate sul 4 luglio. Bene, pare che nel pentolone degli indiziati siano finiti alcuni eminenti esponenti conservatori.

Scommesse sulla data della sconfitta

Si fanno nomi precisi di candidati alle prossime consultazioni. E nel fuoco incrociato delle critiche è finito lo stesso premier. Perché? Con la nuova legge approvata nel 2022 (Dissolution and Calling of Parliament Act), spettava solo a lui scegliere la data del voto. Quindi, qualcuno ipotizza una ‘fuga di notizie’ abbastanza redditizia. Per spiegare anche l’origine dei sondaggi così negativi per i Conservatori, basta sottolineare che ieri l’articolo sullo scandalo è stato il più letto del Financial Times. Mentre, tutti gli altri giornali britannici gli hanno dato grande evidenza nelle prime pagine.

L’epitaffio finale per il governo di Rishi Sunak, la campana a morto per le sue prospettive elettorali, la suona Chris Skidmore, sul Guardian: «Ero un ministro conservatore – dice – ma penso che ora abbiamo bisogno di un governo laburista.

Sorgente: Conservatori britannici a pagare i conti Brexit, Boris, Covid e corruzione – Remocontro


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