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È stata avviata una nuova fase, l’Agenzia delle Entrate procederà con il pignoramento dei conti correnti privati per recuperare i crediti dopo la notifica del debito

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Federica Petrucci

L’Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova fase, con l’obiettivo di recuperare i crediti applicando, di fatto, quello che già la normativa italiana prevede, ovvero: il Fisco può bloccare il conto dopo aver notificato il debito e dato opportunità al contribuente di regolarizzare la propria situazione.

Chi rischia

Il pignoramento può colpire chiunque abbia debiti verso l’Agenzia delle Entrate e non sia riuscito a regolarizzare la propria situazione fiscale.

Nel dettaglio, sono a rischio:

  • persone fisiche e contribuenti che hanno debiti fiscali non pagati verso l’Agenzia delle Entrate, come imposte non versate, multe o sanzioni non regolarizzate;
  • i titolari di azienda o le persone giuridiche (aziende e società) se hanno debiti fiscali accumulati, come l’IVA non pagata, imposte sul reddito delle società, contributi previdenziali non versati, etc.;
  • professionisti autonomi e liberi professionisti, come avvocati, commercialisti, medici, freelance e titolari di p. Iva in generale se non hanno pagato le imposte dovute;
  • Associazioni, fondazioni, enti no profit, che hanno debiti fiscali non regolarizzati.

Quanto può pignorare l’Agenzia delle Entrate su un conto corrente

L’Agenzia delle Entrate può pignorare fino al 100% dei fondi presenti sul conto del contribuente che risulta debitore, fino all’ammontare del credito che risulta all’Erario.

Tuttavia, esistono alcune eccezioni e limitazioni legate alla natura dei fondi depositati, come stipendi o pensioni, che possono essere parzialmente o totalmente esenti dal pignoramento a seconda delle disposizioni normative. Infatti, secondo la legge italiana (articolo 545 del Codice di Procedura Civile), una parte del salario o stipendio di un lavoratore dipendente è esente dal pignoramento. Si tratta della cosiddetta “cessione del quinto” dello stipendio, che prevede che solo una quota limitata (fino al 20%) del reddito netto possa essere pignorata per il recupero di crediti, inclusi quelli fiscali. Anche le pensioni e altri redditi assimilati, come le rendite previdenziali, godono di una protezione simile, poiché esiste un limite massimo al pignoramento, che può variare a seconda della natura e dell’importo del credito vantato dal Fisco.

Sorgente: Pignoramento conti correnti Agenzia Entrate: chi rischia ora


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