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Il Covid-19 Community Mobility Report nasce come strumento per capire se le limitazioni imposte in tutto il mondo vengono rispettate. Per realizzare l’analisi Mountain View ha usato i dati aggregati e resi anonimi sulla geolocalizzazione

di Enrico Forzinetti

I giganti della tecnologia sono scesi in campo nella battaglia contro il conoravirus utilizzando le armi più potenti in loro possesso: i dati sugli spostamenti delle persone. E non si tratta solamente di un monitoraggio realizzato negli Usa, frutto di una task force che vede impegnati i Big Tech fianco a fianco con la Casa Bianca, o in quei paesi dove sono già attive le app di contact tracing (di cui si discute da giorni anche in Italia, con l’ultima ipotesi di utilizzare il Bluetooth per tracciare i movimenti, mentre in Lombardia è già disponibile un’app per raccogliere informazioni sui contagi). Google ha infatti rilasciato il suo Covid-19 Community Mobility Report, un documento utile ad analizzare il tasso di rispetto delle restrizioni negli spostamenti in ben 131 nazioni del mondo. L’obiettivo dichiarato dal gigante di Mountain View è quello di aiutare i governanti e chi si occupa di sanità pubblica a capire se le limitazione stanno funzionando a livello della cittadinanza o se si debba intervenire in maniera più restrittiva.

In Italia crollano tutti i movimenti

Tra gli Stati presi in considerazione c’è anche l’Italia dove nel complesso è stata registrata una fortissima flessione nei movimenti delle persone rispetto ai valori medi che si riferiscono al mese di gennaio. È stato segnalato un -94% di individui nei negozi e nei locali, un -90% nei parchi e un -85% negli alimentari o nelle farmacie, tra i pochi esercizi commerciali ad essere rimasti aperti. Un crollo è stato poi misurato anche per quello che riguarda il trasporto pubblico, con un 87% di persone in meno in metropolitane, bus o stazioni dei treni. Da queste stime emerge che gli spostamenti verso il posto di lavoro sono scesi del 63%. Unico dato ovviamente in crescita è il tasso di permanenza in casa, in aumento del 24%.

Coronavirus, Google mostra come si muovono le persone in 131 Paesi: in Italia crollo degli spostamenti
Coronavirus, Google mostra come si muovono le persone in 131 Paesi: in Italia crollo degli spostamenti

L’analisi offre anche i risultati suddivisi per ogni regione e la cosa che salta subito agli occhi è il fatto che in nessuna zona d’Italia sono stati misurati scostamenti significativi da queste percentuali, il che fa pensare a un comportamento uniforme dei cittadini in tutto il paese.

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Dati anonimi

L’analisi di Google utilizza informazioni relative alle ultime settimane e con un aggiornamento che arriva fino a due o tre giorni prima della consultazione di queste tabelle. Per quanto riguarda i dati di localizzazione, l’azienda ha utilizzato quelli degli utenti che hanno mantenuto attiva la Cronologia delle posizioni. Sono le stesse informazioni usate per stimare su Google Maps quanto sia affollato un locale a una certa ora. Si tratta sicuramente di un sistema di monitoraggio ma che rende non rintracciabili gli spostamenti o le informazioni dei singoli utenti visto che tutti i dati sono aggregati e anonimizzati.

Alcuni limiti

Vista la mole di informazione che dispone sulla geolocalizzazione, a Google è stato anche chiesto di fornire dati utili anche per il contact tracing, individuando rapidamente chi ha incontrato una persona infetta. L’azienda però ha chiarito che non dispone di dati così precisi da poter valutare se c’è stato un effettivo contatto ravvicinato tra gli individui. E diventa difficile anche utilizzare la geolocalizzazione per capire quanto gli ospedali siano affollati visto che questo sistema non può fare la distinzione tra personale sanitario e i pazienti presenti in uno stesso ambiente.


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