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Rapporti tra Stati Uniti e Israele. Il capogruppo della maggioranza Democratica al Senato, Chuck Schumer, «il più alto funzionario ebreo eletto negli Stati Uniti», ha pronunciato in aula un discorso molto duro contro Benjamin Netanyahu, chiedendogli di farsi da parte.

Rapporto Stati Uniti-Israele

Ieri la giornata più importante nei rapporti tra Stati Uniti e Israele negli ultimi cinque mesi. «Mentre molti parlamentari democratici – riporta il New York Times – hanno condannato la leadership di Netanyahu e la sua coalizione di governo di destra, e il Presidente Biden ha addirittura criticato l’offensiva militare israeliana a Gaza, definendola ‘esagerata’, il discorso del capogruppo della maggioranza Democratica al Senato, Chuck Schumer, è stato la critica più aspra mai espressa da un alto dirigente. Parliamo – aggiunge il giornale – di una personalità americana che, di fatto, esorta gli israeliani a sostituire Netanyahu». E, tanto per far capire l’assoluta considerazione con la quale va preso l’attacco di Schumer, il NYT sottolinea che il senatore «è il più alto funzionario ebreo eletto negli Stati Uniti». Ma, soprattutto, guida la maggioranza politica che permette a Biden di esercitare efficacemente le sue funzioni di Presidente. Se Schumer attacca pesantemente Netanyahu, allora è come se parlasse Biden in persona.

‘Netanyahu ha perso la strada’

«Credo che il Primo ministro Netanyahu abbia perso la strada permettendo alla sua sopravvivenza politica di avere la precedenza sugli interessi di Israele. È stato troppo disposto a tollerare il bilancio dei civili a Gaza, che sta spingendo il sostegno a Israele ai minimi storici in tutto il mondo. Israele non può sopravvivere se diventa un paria».

Via l’indifendibile per difendere Israele

Come fa notare lo stesso New York Times, il senatore Schumer, nel suo articolato discorso, ha scaricato l’indifendibile governo per salvare Israele che comunque quel governo sovranista e teocratico ed escludente di estrema destra aveva voluto e sostenuto. Schumer ha difeso Israele, che «noi ebrei americani lo amiamo», accusando Hamas di usare la popolazione civile palestinese come scudo. Una sapiente dosatura di contestazioni e di valutazioni di sostegno, anche a difendere le scelte dell’amministrazione Biden, contestate da una parte del suo stesso partito. Il senatore stato attento a non chiedere direttamente le dimissioni, ma lo ha abbondantemente fatto capire. Il che, poi, è la stessa cosa.

Svolta politica sulla scia degli elettori

Evidentemente, spiega anche il New New York Times, molto deve essere cambiato dallo scorso novembre, quando Chuck Schumer fece un altro accorato discorso, ma quella volta tutto dedicato alla condanna dell’antisemitismo. Gli sembrava ignobile che tutti criticassero Israele che, in fondo, si stava difendendo. Beh, forse da allora i fatti e la narrativa hanno detto altro. E anche Schumer, ieri, nell’aula del Senato degli Stati Uniti, ha cambiato registro. «Giovedì il suo discorso era rivolto direttamente a Netanyahu – dice il NYT – e ai membri di estrema destra della sua coalizione di governo che secondo Schumer non rispettavano i valori ebraici».

Traditori dei valori ebraici

Il capogruppo democratico ha poi passato in rassegna gli azzardi dell’attuale governo israeliano, che gli stanno alienando sostegni e simpatie in tutto il pianeta. Innanzitutto, ha citato «i ministri Smotrich e Ben-Gvir e le loro richieste di cacciare i palestinesi da Gaza e dalla Cisgiordania». Ha poi proseguito, allargando le sue critiche alla programmata offensiva contro Rafah, che non si potrà fare, se mancheranno adeguate assicurazioni sul rispetto del diritto umanitario per gli sfollati. Infine, ha ricordato l’assoluta mancanza, da parte israeliana, di un piano per il ripristino amministrativo della Striscia di Gaza. A questo punto, la minaccia.

Con Netanyahu al potere cambia l’amicizia Usa

«Se nonostante tutto, Netanyahu dovesse rimanere al potere, allora gli Stati Uniti saranno costretti a svolgere un ruolo più attivo, nel plasmare la politica israeliana, utilizzando la nostra influenza per cambiare il corso attuale». Impegno che può far pensare a tutto: dal taglio dei finanziamenti per la difesa (cosa improbabile), fino a interventi più ‘diretti’ sull’establishment politico dello Stato ebraico.

Tragedia Gaza e commedia elettorale Usa

La verità è che, sullo sfondo di una tragedia (Gaza), si agita ormai una commedia dai toni però truculenti, come le Presidenziali americane. Dunque, mano a mano che la campagna avanza, con le Primarie che hanno già decretato i due principali sfidanti, anche la politica estera, in particolare, il Medio Oriente, entra nella mischia. Nel caso di Gaza, Biden deve recuperare diversi punti, sulla sinistra dello schieramento. Ha perso consensi, specie in Michigan e altri Stati in bilico, perché molti elettori non approvano il suo sostegno incondizionato ai bombardamenti israeliani. E forse anche questo ha favorito i ripensamenti di Schumer.

Ma Netanyahu rincorre Trump

Se Netanyahu sembra in rotta con Biden, pare invece che si avvicini di corsa a ‘The Donald’. Il premier israeliano doveva essere l’altro ieri ospite d’onore del Partito repubblicano, via video, a una convention di Washington. All’ultimo momento è saltato il collegamento e Bibi si è fatto rappresentare dall’ambasciatore Michael Herzog. L’impressione è che al Gran Casinò ‘Middle East’, Netanyahu stia raccogliendo tutte le sue fiches per puntarle sul tableau di Trump.

Sorgente: Autorevole Dem ebreo al Senato Usa chiede a Netanyahu di andarsene –


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