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Rai-Meloni e persino Fox-Trump a far sorridere: il ‘Sistema Bolloré, radio e tv in campagna elettorale per l’estrema destra francese. Il gruppo del magnate bretone è stato ammonito dall’Autorità dei media per il sostegno al partito di Le Pen e Bardella ma solo il giorno prima del silenzio elettorale e del voto di domani.
Una campagna d’inedita brevità (appena due settimane), che vede in testa il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, tallonati dal Nuovo Fronte Popolare delle sinistre francesi, con il partito di Macron in terza posizione.

La faziosità come bandiera

Solo due settimane di campagna elettorale, in cui è emersa tutta la parzialità e tutta la potenza di quello che il New York Times ha definito «Fox News à la française», denuncia il Manifesto. Il gruppo mediatico ultra-reazionario e xenofobo di proprietà del magnate bretone Vincent Bolloré -come lo descrive Filippo Ortona-, proprietario di due canali televisivi (C8 e la rete all-news CNews, la più seguita del paese), del colosso del cinema e della tivù Canal+, di settimanali come Paris Match e Le Journal du Dimanche, della radio Europe 1, oltre al gruppo editoriale Hachette). «Una galassia che ha fatto una campagna martellante per l’estrema destra, come rilevato dal gendarme delle telecomunicazioni francese, l’Arcom».

Senza limiti e senza vergogna

In un comunicato quantomeno tardivo, 24 ore prima della fine della campagna elettorale, l’Arcom ha criticato in particolare la radio Europe 1 e Cyril Valéry Isaac Hanouna, la star del gruppo Bolloré, attore, comico si origini ebraico-tunisine, titolare di una trasmissione televisiva su C8 e di una radiofonica su Europe 1, quest’ultima creata appositamente per la campagna elettorale.

Informazione ‘virulenta e oltraggiosa’

Secondo l’Arcom, nella trasmissione di Hanouna su Europe 1, la sinistra «è stata trattata in maniera sistematicamente critica e virulenta, in termini peggiorativi e oltraggiosi». Tra il 17 e il 26 giugno, l’Arcom ha contabilizzato come su 29 invitati, 16 «rappresentavano o sostenevano dei partiti del blocco dell’estrema destra, contro sette del partito presidenziale e due (ostaggi) del Nuovo Fronte Popolare».

Troppo poco, troppo tardi

Troppo poco, troppo tardi, secondo Claire Sécail, del Centro nazionale di ricerca scientifica. e specialista del polo mediatico reazionario di Bolloré. L’avvertimento dell’Arcom «arriva troppo tardi per il sussulto istituzionaledel quale vi sarebbe bisogno», ha scritto la ricercatrice su X, per la quale si tratta dell’ennesima infornata di «multe inutili che, alla fine, costituiscono un via libera all’impunità».

Media ‘Bollorizzati’

Come ha scritto Le Monde due settimane fa, l’obiettivo della galassia dei «Media Bollorizzati, è orchestrare l’alleanza tra l’Rn (le Pen) e la destra tradizionale (gollisti)». Un obiettivo riuscito, vista l’alleanza siglata con Le Pen da Eric Ciotti, il segretario dei Républicains (il partito di centro-destra), malgrado la polemica interna al partito. Un obiettivo perseguito addirittura in diretta tv: il 15 giugno, durante la trasmissione di punta del canale C8 (proprietà di Bolloré).

Cyril Valéry Isaac Hanouna

Cyril Hanouna, versione aggressiva e decisamente maleducata di un altro ex comico finito in politica, ha accolto in studio Sarah Knafo, braccio destro di Éric Zemmour, obbligandola a chiamare al telefono Jordan Bardella, con l’intento di formare una grande coalizione della destra. «Jordan, ci conosciamo da quando abbiamo 17 anni», ha detto Knafo dopo il bip della segreteria telefonica, mentre Hanouna gli tendeva un telefono vicino al viso, «abbiamo adesso un’occasione unica per salvare le nostre idee».

Bollorè bulimico

«Ma il pantagruelico appetito di Bolloré non conosce limiti e, ultimamente, sembra costituire un modus operandi volentieri imitato da altri miliardari con agende ultra-reazionarie», denuncia ancora Filippo Ortona-. Negli ultimi giorni la possibile cessione del settimanale Marianne (conservatore sui temi sociali e sovranista su quelli economici) al miliardario 50enne Pierre-Edouard Stérin, ha suscitato grande indignazione nel mondo del giornalismo francese. Libertario sui temi economici, Pierre-Edouard Stérin è un cattolico tradizionalista, feroce oppositore del diritto all’aborto e a quello che l’area reazionaria francese chiama wokismo.

Rivolta giornalistica

Dopo un’inchiesta pubblicata da Le Monde mercoledì scorso, la redazione di Marianne ha iniziato ieri uno sciopero per chiedere lo stop definitivo a ogni negoziato. Secondo Le Monde, infatti, Stérin avrebbe sostenuto e finanziato alcuni candidati dei Républicains favorevoli all’alleanza con il Rn tramite la propria fondazione personale, oltre ad aver comprato una ‘magione’ di proprietà dei Le Pen per 2.5 milioni di euro a novembre. Quello che sembrava un «impegno politico personale si è rivelato essere una vera e propria strategia per favorire il Rn«, hanno scritto i giornalisti del settimanale.

Affari tra magnati

Ieri il proprietario di Marianne, il magnate Daniel Kretinsky, ha annunciato alla France Presse una pausa nei negoziati almeno fino al 21 luglio, fine del ballottaggio elettorale. I giornalisti, tuttavia, temono che si tratti di una manovra per rimandare la vendita «a un momento nel quale il contesto politico sarà più calmo e la vendita farà meno rumore».

Sponsorizzazioni e Social

«A queste sponsorizzazioni, l’estrema destra francese ha saputo aggiungere un elemento: l’abilità nell’utilizzo dei social. L’account TikTok di Jordan Bardella conta, a oggi, 1.7 milioni di abbonati, meno di Macron (4.5 milioni) e di Mélenchon (2.7) ma più di Marine Le Pen (1 milione)». Un successo dovuto alla presenza storica dell’estrema destra su Internet, ma la cui efficacia resta, per ora, ancora incerta, almeno in termini strettamente elettorali. Elettori tra i 18 e i 24 anni, il partito più votato alle europee è stato La France Insoumise, la Francia indomita della sinistra di Mélenchon, seguita però dal Rn.

Sorgente: «Fox News à la française» del bretone Bolloré ultra-reazionario e xenofobo – Remocontro


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