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Tra gli espatriati votanti – solo il 7,1% degli aventi diritto – il Pd al 30 per cento per le Europee, FdI al 18 e Verdi-Sinistra al 17. La Lega sotto lo sbarramento. Il professor Ferrante: “Oggi emigrano giovani qualificati, hanno spirito di intraprendenza e maggiore apertura”

di Corrado Zunino

ROMA – Gli italiani all’estero, gli espatriati, hanno votato per un altro Parlamento europeo. I 118.731 che hanno scelto di esprimersi (purtroppo, solo il 7,1 per cento degli aventi diritto, in tutto 1.661.949) hanno scelto la sinistra. Il primo partito uscito dalle 2.255 sezioni nel mondo è il Pd, con il 30,29 per cento delle preferenze, sei punti in più di quelle ottenute nel voto generale. Fratelli d’Italia, nello scrutinio estero, è diventato solo il secondo partito, con il 18,56 per cento (dieci punti in meno). E tra gli italiani migrati si manifesta con ancora più forza il rimbalzo di Alleanza Verdi e Sinistra: 17,23 per cento, percentuali mai viste per loro, quasi il triplo di quelle ottenute nella media nazionale.

La Lega sotto lo sbarramento europeo

All’estero il crollo dei Cinque Stelle si fa disastroso: sono al 7,8 per cento. Stati Uniti d’Europa (con il 6,30) e Azione di Calenda (con il 4,93) sarebbero entrati, invece, in Parlamento fosse dipeso dalle scelte degli italiani espatriati. Al contrario della Lega, che tra i connazionali lontani dall’Italia non ha appeal e ottiene solo il 3,79 per cento. Decisamente basso anche il risultato di Forza Italia, ma sopra la soglia di sbarramento: 4,94 per cento.

 

 

Nell’iconografia classica l’italiano all’estero è un elettore di centrodestra, attratto dagli ideali patriottici che albergano, per prassi, tra i conservatori nazionali. Le cose, però, sono cambiate nel nuovo secolo. Oggi tra i connazionali più attivi all’estero, e quindi desiderosi di esprimersi politicamente, ci sono molti laureati: ricercatori, professori, cervelli in fuga che hanno trovato occasioni di lavoro convenienti in Europa e altrove.

 

Il voto degli italiani all'estero per le elezioni europee
Il voto degli italiani all’estero per le elezioni europee 

 

“Gli emigranti contemporanei sono, in proporzione crescente, giovani con livelli di istruzione medio-alti, più elevati di chi rimane”, spiega Francesco Ferrante, professore di Economia politica all’Università di Cassino. “Chi emigra, in generale, ha un più elevato spirito di intraprendenza, maggiore apertura e curiosità, capacità di adattamento ed è esposto ad altri modelli di società, quindi è più preparato nel raffronto. Siamo tornati un Paese esportatore netto di capitale umano”.

L’ultimo Rapporto Migrantes spiega che il 58 per cento degli emigrati italiani possiede almeno un diploma e il 37,7 per cento dei giovani espatriati, parliamo della fascia 25-34 anni, ha almeno una laurea. Sono 132.000 i laureati partiti dall’Italia negli ultimi dieci anni.

Via da Milano e Roma

L’età media dei connazionali che emigrano è 31 anni per gli uomini e 29 per le donne. Le loro destinazioni sono principalmente europee: Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia e Spagna. Le regioni italiane con i maggiori flussi migratori verso l’estero sono Lombardia, Veneto, Sicilia ed Emilia Romagna. Le principali province che registrano cancellazioni anagrafiche sono Milano, Roma, Torino, Napoli e Brescia.

Il rapporto Istat sulle migrazioni interne e internazionali spiega che nel biennio 2022-’23 gli espatri sono stati in crescita: 207.000 in due anni, che significa più 10 per cento sul 2021. Tra il 2014 e il 2023, una decade, sono usciti 1.081.000 italiani, 515.000 (la metà) sono rientrati.

Sorgente: Gli italiani all’estero ora votano per il centrosinistra: “Il 40 per cento sono cervelli in fuga” – la Repubblica


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