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La sua data di estinzione era stata fissata dagli addetti ai lavori per il 20 luglio, non è arrivato al 15

 

Là dove c’era un lago oggi restano soltanto fango e detriti. Il Fanaco è il terzo invaso siciliano a estinguersi, dopo quelli di Pergusa e dell’Ogliastro. La sua data di estinzione era stata fissata dagli addetti ai lavori per il 20 luglio, non è arrivato neanche al 15. Si è prosciugato sotto il sole cocente della Sicilia stretta nella morsa della siccità, mentre sono in corso i lavori per la deviazione delle condutture idriche che portano acqua nei Comuni del Vallone di Caltanissetta. Si tratta di nove piccoli centri nel Nisseno, da Montedoro a Sutera, passando per Mussomeli e Campofranco, che attingono acqua esclusivamente dal Fanaco e che adesso sono in attesa del piano B della Regione per non restare a secco.

 

Addio al Fanaco, in Sicilia scompare un altro lago: è il terzo. Le immagini shock riprese dal drone

 

La prefetta di Caltanissetta Chiara Armenia ha riunito i gestori, i sindaci e i rappresentanti di Regione e Protezione civile per trovare una soluzione anche provvisoria. Siciliacque è al lavoro per deviare le condutture, ma nel frattempo è allarme tra i circa trentamila siciliani che vivono nel Vallone e che da settimane fanno già i conti con i severi razionamenti dell’acqua.

L’esaurimento del Fanaco sta comportando problemi di distribuzione sia nella provincia di Agrigento che in quella di Caltanissetta, anche alla luce del fatto che nelle ultime settimane nell’acqua residua prelevata dall’invaso sono stati rilevati alti livelli di manganese che non la rendevano potabile. È stato così anche nel capoluogo dei Templi, dove un nuovo intervento di potabilizzazione ha permesso il ripristino della distribuzione. Disagi anche a Canicattì e Ravanusa, dove il gestore pubblico Aica (di cui sono soci la maggioranza dei Comuni agrigentini) ha riattivato alcuni pozzi.

Situazione risolta? Niente affatto: in uno dei pozzi riaperti l’acqua conteneva solfati, per cui sono in corso le analisi per stabilire se e quando potrà essere utilizzata. Anche a Casteltermini, solitamente fornito dal Fanaco, si sta provvedendo alla riattivazione di due pozzi. Infine, Gela: lì «è stato predisposto – si legge nell’ultimo verbale dell’osservatorio regionale sull’uso delle acque – un intervento per l’utilizzo delle acque della sorgente Bubbonia».

Ma il conto alla rovescia resta attivo: quella sorgente potrà garantire l’acqua fino a un massimo di 120 giorni. Oltre i quali bisognerà, ancora una volta, trovare l’ennesima soluzione alternativa. In una Sicilia sempre più assetata che non sa più da dove prendere l’acqua.

Sorgente: Addio al Fanaco, in Sicilia scompare un altro lago: è il terzo. Le immagini shock riprese dal drone – la Repubblica


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