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“L’esercito più morale del mondo”, forza armata dell’ “unica democrazia del Medio Oriente”, baluardo della civiltà occidentale fra quei “barbari”, prosegue nel sistematico genocidio del popolo palestinese, e nelle ultime 72 ore ha proceduto a bombardare un campo profughi e due scuole, una dell’UNRWA e una scuola cattolica , con un totale di circa 150 morti e centinaia di feriti.

E ciò è accaduto nella più assoluta impunità, con qualche balbettio di rammarico, qua e là, ma Israele nella sua opera sterminatrice continua ad essere coadiuvato dalle cancellerie di tutte le potenze occidentali, sostenuto militarmente e finanziariamente dagli USA (che hanno appena autorizzato la partenza per Tel Aviv di bombe da 500 e da 1000 libbre, che era stata bloccata) e da gran parte delle nazioni UE (compresa l’Italia).

Davanti a questi ultimi esempi della ferocia israeliana, della disumanità dei soldati con la Stella di Davide, della arroganza dei dirigenti politici e delle gerarchie militari, come si è comportata la nostra stampa? Come sempre, con viltà e complicità.

Scorrendo i titoli delle varie testate, dopo la prima strage, nel campo di Khan Younis, e dopo la seconda, nella scuola UNRWA, è facile constatare che si tratta di titoli ingannevoli, che peraltro non risultano mai essere i titoli principali, ma vengono annegati nella costellazione di notizie richiamate in prima pagina, dal torneo di tennis a Taylor Swift, dalla Russia che organizza attentati o attacchi informatici contro Europa e Stati Uniti e minaccia le capitali europee al campionato europeo di calcio. Ovviamente poi arriva l’attentato a Trump e tutto il resto viene ridimensionato. Figurarsi i palestinesi.

Cito almeno due testate, dello stesso gruppo finanziari, GEDI della famiglia Elkann: “la Repubblica” (titolo a centro pagina, soffocato dagli altri):“Caccia a Deif, la mente del 7 ottobre: è strage”. Tutto chiaro? Mohammad Deif è un dirigente militare di Hamas, che ovviamente si è salvato. Ed ecco “La Stampa”: “Raid contro i capi di Hamas /Strage nella Striscia di Gaza”.

Lo stesso copione si può dire viene seguito in tutti gli altri giornali: ossia, la notizia è la “caccia ai terroristi” o in particolare al mostro Deif, richiamando sempre il 7 ottobre, espressione del male assoluto, che viene messo ogni giorno in risalto per non far dimenticare che se Israele commette degli omicidi (anche delle stragi, mai si usa la parola genocidio, comunque), compresi degli infanticidi, è sempre solo una conseguenza della madre di tutte le stragi, il 7 ottobre. E comunque le uccisioni di civili, bimbi compresi, sono effetti collaterali, non voluti da Israele, ma se mai da Hamas che nasconde le sue armi e i suoi militanti in strutture medico-sanitarie e scolastiche, una menzogna innumerevoli volte smentite dall’ONU e dall’agenzia per i rifugiati, l’UNRWA, ma che i nostri “giornalisti” non si stancano di ripetere.

E allora mi ripeterò anche io: tutto questo fa schifo. I due bambini morti con altri pazienti a Kiev nell’ospedale pediatrico, pochi giorni fa, sono stati messi in conto “di default” a Putin, insomma a un missile russo, ossia senza ombra di dubbio (quando ormai la verità è acclarata: la responsabilità è ucraina); ebbene, quell’episodio ha eccitato gli animi benevolenti, turbato i cuori sensibili degli stessi giornalisti (“Missili sui bambini”, titolava impavida, sprezzante del ridicolo, la solita “Repubblica”), scatenati immediatamente nella riprovazione di Putin, e nella richiesta di ulteriori azioni contro la Russia, sollecitando invio di altre armi a Zelensky, di altro denaro, e cos via… Mentre davanti alle due o tre stragi consecutive israeliane, delle ultime ore, non abbiamo letto o sentito richieste di sanzioni, di blocco di forniture militari, di cessazione di aiuti a Israele. Non ho neppure avvertito note di sdegno nelle parole dei nostri commentatori/annunciatori/propagandisti. Anzi, non facciamo che ascoltare il mantra: “Israele ha il diritto di difendersi”.

Sono disgustato. C’è qualcuno che cerca la verità, in questo paese, disinteressatamente? Esistono ancora giornalisti in Italia, o solo trombettieri del re? E in Occidente c’è qualcuno che vuole salvare davvero il popolo palestinese e restituirgli quel che gli è stato tolto? Ossia la terra, il mare, il cielo, le proprietà, la cultura, il paesaggio, la pace, e la dignità?

(Nella immagine quel che resta di una delle due scuole bombardate a Gaza: ph. Vatican News).

Sorgente: Chi parla per i Palestinesi? | ISTRUITEVI, AGITATEVI, ORGANIZZATEVI. Il blog di Angelo d’Orsi


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