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Secondo le proiezioni i laburisti arriveranno a 410 seggi a Westminster, i Tory a 119, i Lib-Dem a 71. Farage conquista 13 deputati

LONDRA.

Il trionfo laburista, la disfatta dei conservatori, la sorpresa del Reform Party di Nigel Farage. Le elezioni anticipate nel Regno Unito terremotano la politica e riscrivono gli equilibri nel Paese. Dopo 14 anni di governi conservatori, il Labour torna al potere e oggi Keir Starmer, il leader 61enne che guida il partito da 4 anni, riceverà l’incarico di formare l’esecutivo. I numeri della vittoria laburista ricordano l’onda rossa del New Labour del 1997 quando Tony Blair mandò in archivio l’esperienza di Margareth Thatcher e di John Mayor. Secondo le proiezioni i laburisti arriveranno a 405 seggi a Westminster, i Tory 119, i Lib-Dem, tradizionale terza forza del Paese, 71. Tracollo in Scozia per gli indipendentisti dello Scottish National Party (8 seggi contro i 40 del 2019), mentre il Reform Party potrebbe arrivare a 13 seggi.

 

 

Lo spoglio delle schede e i risultati nelle 650 costituency (maggioranza 326 seggi) hanno rivisto parzialmente gli exit poll diffusi giovedì sera pochi secondi dopo la chiusura dei seggi. L’affluenza è stata attorno al 61%, la più bassa dal 2005, le ultime elezioni vinte dai laburisti.

Keir Starmer ha parlato a notte fonda dopo la proclamazione della vittoria nel distretto di Holborn-St Pancras che lo ha rieletto deputato. «Ce l’abbiamo fatta, la Gran Bretagna è pronta al cambiamento», ha detto. Poco più di un’ora dopo dallo Yorkshire il premier uscente Rishi Sunak, che ha tenuto il suo seggio a Westminster, ha concesso la vittoria al rivale. «Mi sono congratulato con noi», ha dichiarato il leader Tory che ha guidato il Paese per 14 mesi dopo la detronizzazione di Boris Johnson, artefice della storica vittoria elettorale del 2019, e i 47 giorni al potere di Liz Truss.

 

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Comincia una nuova era nel Regno Unito. Alle 6 Sunak è andato al Teesside Airport per fare ritorno a Londra. Fra poche ore si dimetterà davanti al Re e lascerà Downing Street.

Le priorità del nuovo esecutivo laburista sono far ripartire l’economia, il contenimento del debito pubblico salito dal 70% al 90% del Pil negli ultimi anni, riformare il sistema sanitario e l’istruzione, nonché attrarre investimenti in un contesto in cui anche i laburisti considerano la Brexit irreversibile. Il Paese sarà chiamato “a fare scelte difficili”, ha messo le mani avanti Rachel Reeves, prima donna secondo le previsioni a ricoprire la carica di Cancelliere dello Scacchiere del Regno (ovvero ministro delle Finanze). Reeves ha parlato a Leeds nel discorso di vittoria nel suo collegio e ha indicato la necessità di “voltare pagine e mettere fine al caos” lasciato dai conservatori e ricostruire il Paese.

 

 

In casa Tory invece è l’anno zero. Dai 345 deputati del 2019, la rappresentanza a Westminster scende a 119, peggio anche delle elezioni del 1906. Diversi big hanno perso i duelli nei loro seggi. LIz Truss, ex premier, ha perso il seggio. Sconfitto il ministro della Difesa Grant Shapps, così come il suo predecessore Liam Fox; senza posto anche Jacob Rees-Mogg e Penny Mordaunt che era sin vista come una potenziale leader. Il vecchio seggio di Boris Johnson (non in lizza personalmente) Hanley and Thame è passato ai liberal-democratici. Ma l’emorragia conservatrice si è estesa in Scozia, in Galles (nessuno eletto) e in posti considerati sino a poche ore fa sicuri.

 

 

A determinare la sconfitta è stata principalmente la presenza e il forte consenso ottenuto dai candidati del Reform Party di Nigel Farage che in diversi collegi sono arrivati secondi dietro i laburisti togliendo voti ai candidati Tory. Per la prima volta e dopo sette tentativi, lo stesso Farage entra a Westminster. Ha vinto a Clacton-on-Sea nell’Essex. Con lui, mentre lo spoglio prosegue, potrebbero esserci oltre una decina di deputati.

Il Regno Unito vota con un sistema maggioritario uninominale che premia chi nel distretto prende più voti (first past the post) e secondo John Curtice, principe dei sondaggisti britannici, l’avanzata del Reform Party ha dato l’assist migliore ai Labour per superare i Tory.

 

 

Alle 11.30 (ora italiana) l’ormai ex primo ministro Sunak si è recato dal Re Carlo per consegnare le proprie dimissioni: «Vorrei dire prima di tutto che mi dispiace – ha commentato –. Ho dato tutto me stesso in questo lavoro, ma avete inviato un chiaro segnale che il governo del Regno Unito deve cambiare e il vostro è l’unico giudizio che conta. Ho sentito la vostra rabbia, la vostra delusione. E mi assumo la responsabilità di questa sconfitta. Mi dimetterò dalla carica di leader conservatore, ma non immediatamente».

Alle 13.20 Starmer, invece, è diventato ufficialmente primo ministro del Regno Unito, ricevendo la nomina ufficiale a Buckingham Palace dal re Carlo III. Una foto dell’incontro tra i due è servita come annuncio ufficiale. «Il Paese ha votato per il cambiamento, per il rinnovamento, per il ritorno della politica al servizio pubblico – ha commentato davanti al numero 10 di Downing Street nel primo discorso alla nazione –. Ricostruiremo il Paese con umiltà». Si prevede che il nuovo governo verrà formato già oggi mentre domani mattina si terrà la prima riunione.

Sorgente: Elezioni Regno Unito, i risultati: vincono i laburisti di Starmer – La Stampa


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