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Agli arresti dal 7 maggio, accusato di corruzione, lascia dopo 80 giorni. In una lettera pubblica attacca le opposizioni per “Assenza di civiltà giuridica”. Il sindaco Bucci: “Mi auguro di lavorare ancora insieme”

Ad annunciare le sue dimissioni ai liguri è il suo fedelissimo, nonché assessore alla Protezione Civile, Giacomo Giampedrone. Dopo 80 giorni agli arresti domiciliari, Giovanni Toti si è dimesso da presidente della Regione. Una mossa ormai annunciata, che mette insieme ragioni di strategia giudiziaria e considerazioni politiche.

 

Questa la nota diffusa ai media pochi minuti fa: “Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all’ufficio protocollo dell’Ente è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti”.

La lettera

In una lettera di due pagine Toti spiega le ragioni della sua decisione: «Mi assumo tutta la responsabilità di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro.Fino ad oggi il Presidente ad interim Alessandro Piana, la Giunta, la maggioranza tutta,che ringrazio di cuore, si sono assunti l’impegno di evitare il blocco dell’Ente, rispettando tutti gli impegni presi e portando avanti progetti e cantieri, con senso di responsabilità,capacità, onore. Lo hanno fatto anche di fronte ad una opposizione che, lontana dall’attitudine istituzionale richiesta dal momento, ha saputo solo cavalcare la complessa situazione, dimentica dei suoi stessi valori del passato, di ogni civiltà giuridica, della Costituzione e di quella cultura di governo che dovrebbe rappresentare chi si candida alla guida di una comunità».

 

 

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Toti lancia anche un messaggio/appello alla sua coalizione: «Sono certo che la coalizione che fino ad oggi mi ha lealmente sostenuto, saprà portare avanti gli ambiziosi progetti che abbiamo cominciato a realizzare per cambiare la nostra terra, senza perdersi in egoismi e particolarismi, facendo invece tesoro di quella sinergia tra partiti e forze civiche che hanno attribuito alla nostra esperienza consenso e capacità di realizzazione».

 

L'assessore Giampedrone annuncia le dimissioni di Toti (foto Leoni)
L’assessore Giampedrone annuncia le dimissioni di Toti (foto Leoni) 

 

Poi ribadisce la convinzione sulla bontà del proprio operato: «Lascio una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio Regionale di approvare l’Assestamento di bilancio e il Rendiconto,fondamentali per la gestione dell’Ente. Ed è di soddisfazione che questo difficilissimo momento coincida con la fine del cantiere e l’apertura della Via dell’Amore, un’ opera complessa, a cui abbiamo lavorato anni, che restituisce al mondo uno dei simboli della Liguria.Lascio orgoglioso delle tante cose fatte e onorato di aver lavorato con molte persone capaci e coraggiose, che sapranno portare avanti questa esperienza».

Le reazioni

Fra le prime reazioni quella della segretaria del Pd Elly Schlein: «Finalmente Giovanni Toti si è dimesso, anche se con molto ritardo. Sono passati 80 giorni in cui la Liguria è stata ferma, paralizzata, tenuta ai domiciliari con lui. È l’occasione per le forze alternative alla destra per costruire un progetto che guardi al futuro della regione e che sia all’altezza delle emergenze da affrontare».

Di segno opposto il commento di Edoardo Rixi, leghista, viceministro ligure del Mit: «A prescindere da idee politiche e da fatti realmente avvenuti questo fatto determina il fallimento della democrazia».

 

“Con le dimissioni di Giovanni Toti dalla guida della Regione Liguria terminano nove anni di attività intensa che hanno fatto crescere sensibilmente la nostra terra, come mai era successo in passato”. Lo rivendica in un posto su Facebook il sindaco di Genova, Marco Bucci, allegando una foto con Toti sul ponte San Giorgio, ricostruito in tempi record dopo il crollo del Morandi. “Abbiamo lavorato fianco a fianco per rendere Genova e la Liguria più competitive e proiettate nel futuro – sottolinea – Abbiamo affrontato e superato situazioni critiche impensabili e vinto sfide sulle quali nessuno avrebbe mai creduto, come quella di ponte San Giorgio. Sono contento di avere condiviso con Giovanni Toti sette anni di lavoro a servizio della nostra città e della nostra regione. Mi auguro – conclude – esistano altre opportunità in futuro di lavorare nuovamente insieme”.

 

“Oggi si chiude un ciclo politico e se ne apre un altro. Mi sono battuta contro Toti nel 2015 e, anche a causa di una inchiesta giudiziaria, ho perso. In questi 9 anni la Liguria è tornata indietro su sanità e opportunità di crescita. Per questo siamo sempre stati all’opposizione in questi anni, e lavoreremo con le altre minoranze per costruire una alternativa”. Lo scrive in una nota la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva.

“Io e Toti siamo e saremo su fronti opposti, oggi e in futuro. Non gli ho mai fatto sconti ma voglio comunque salutarlo da un punto di vista istituzionale – conclude -. Si può essere avversari politici, ma c’è un tempo per scontrarsi e un tempo per salutarsi con rispetto”.

 

Secondo il segretario della CGIL Liguria, Maurizio Calà, la Regione “sta vivendo una situazione di stallo: bisogna andare velocemente al voto, sia per far esprimere i liguri, sia perchè sono troppe le questioni aperte che hanno bisogno di importanti correzioni di marcia, a partire dalla salute, dalle infrastrutture, fino alle tante vertenze aperte sulle quali vanno assunte responsabilità precise ed immediate”. Per il commissario della Uil Liguria, Emanuele Ronzoni, “i cittadini di questo territorio hanno bisogno di stabilità politica per poter contare sullo sviluppo sociale ed economico di questa regione”. Gli fa eco il segretario generale della Cisl, Luca Maestripieri, che “auspica che la Regione possa avere in tempi ragionevoli una guida solida e con la giusta visione di crescita e sviluppo. Ci appelliamo, in questo senso, a tutte le forze politiche affinchè si riporti al centro del dibattito pubblico il futuro del territorio”.

 

 

L’inchiesta

Quello di oggi era un capitolo di cui si era iniziato a parlare già il giorno del blitz della Guardia di Finanza, lo scorso 7 maggio. Da allora Toti, accusato di corruzione, è chiuso nella villa di Ameglia. Questa mattina il passo indietro del governatore è arrivato tramite una lettera,

Dal punto di vista giudiziario, le dimissioni spalancano un’autostrada verso l’istanza di revoca dei domiciliari.

Le accuse

Ricordiamo che l’inchiesta in cui è coinvolto Toti riguarda anche altre due figure principali e poi numerosi altri soggetti.

 

Il porto

Le accuse di corruzione più pesanti riguardano Aldo Spinelli, ricchissimo imprenditore portuale e da sempre finanziatore di diverse parti politiche a seconda del periodo politico: e poi Paolo Emilio Signorini, ex presidente del porto di Genova fino all’agosto scorso quando venne scelto dal sindaco di Genova Marco Bucci come nuovo amministratore delegato di Iren, la Multiutility che lo ha licenziato poche settimane fa. Signorini, assieme a Toti, secondo l’accusa, avrebbe favorito Spinelli nell’assegnazione di alcune concessioni di aree portuali e sarebbe stato ricompensato con soggiorni a Montecarlo fiches gratutite nei casinò.

Esselunga

Un altro filone di accuse riguarda una serie di spot a favore delle liste Toti in appoggio al candidato sindaco Marco Bucci nelle elezioni del 2022. Tramite di quello che viene ritenuto un finanziamento illecito sarebbe stata Esselunga, il cui manager Francesco Moncada è accusato di corruzione. Gli spot sarebbero statti trasmessi con la complicità dell’editore di Primocanale Maurizio Rossi, indagato per anche lui per finanziamento illecito.

 

Sorgente: Giovanni Toti si è dimesso da Presidente della Regione Liguria – la Repubblica


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