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Di Konrad Nobile per ComeDonChisciotte.org

Delle peculiarità storiche, sociali e giuridiche di Trieste e del TLT abbiamo già trattato, su ComeDonChisciotte, negli articoli “OVOVIA A TRIESTE TRA TENSIONI GEOPOLITICHE E SPECULAZIONI ECONOMICHE” e “TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE: IL SEGRETO CHE FA TREMARE WASHINGTON”.

In tali contributi si è già esplicitata l’importanza strategica della città giuliana che, forte del suo porto, dei suoi fondali profondi, della sua posizione e della ricca rete infrastrutturale di cui dispone, è stata storicamente oggetto di numerosi appetiti e al centro di infiammate dispute.

Ora, di fronte allo scontro geopolitico globale, Trieste si riprende la scena come centro commerciale e logistico di notevole importanza, guardato con interesse da tutti gli attori che contano.

Ed infatti, come rivela Paolo Deganutti in una precisa e dettagliata analisi, pubblicata in due parti sul sito pluralia.forumverona.com [1], è proprio la città alabardata ad essere presentata, assieme alla polacca Danzica e alla romena Costanza, come uno dei tre punti cardine nella costituzione di un corridoio strategico volto a collegare, formando un triangolo ideale nel cuore dell’Europa, il Mare Adriatico con il Mar Baltico ed il Mar Nero.

 

 

A parlare dell’opportunità della realizzazione di questo trilatero infrastrutturale è stato nientemeno che l’Atlantic Council [2], importante think tank americano finalizzato a promuovere e sostenere la NATO e il dominio egemonico a stelle e strisce.

Il fatto che una tale proposta abbia trovato spazio in un articolo di questo ente al servizio dell’imperialismo, spesso e volentieri apripista delle scelte poi veramente perseguite e realizzate dalla NATO, non può far ben sperare in merito alle volontà dei centri di potere occidentali su Trieste, che così vedrebbe irrimediabilmente violata e compromessa la sua funzione (pensata al termine della seconda guerra mondiale e sancita dai trattati di pace) di scalo aperto, libero e demilitarizzato [3], status de facto da sempre sabotato ed impedito dagli anglo americani e, soprattutto a partire dal 1954, anche dallo Stato italiano.

 

 

La superportaerei nucleare americana Gerald Ford in rada a Trieste (in primo piano il Molo Audace, ex molo San Carlo, storico monumento delle rive del centro città) nel settembre 2023. Foto Lasorte

 

La costituzione del “corridoio N3”, questo il nome proposto dalla squadra internazionale autrice dell’articolo uscito a maggio sul sito del suddetto think tank, ha infatti come principale scopo quello del rafforzamento del fronte orientale NATO e, dunque, la natura prettamente militare di questo disegno è conclamata, rendendone i presunti benefici economici, supposti dall’Atlantic Council come ulteriore prova della bontà del corridoio N3, dei meri accidenti.

Sempre nell’articolo dell’ente filoatlantista leggiamo che tale triangolo connettivo, votato al rafforzamento della NATO, favorirebbe inoltre il processo di integrazione europea dell’Ucraina.

A tal proposito giova ricordare che il porto di Trieste, assieme a quello di Venezia, è già stato gentilmente messo a disposizione del regime di Kiev dal governo italiano, questo allineato in toto alle direttive di Bruxelles e Washington e quindi proiettato a rendere lo scacchiere Alto Adriatico un nerbo della strategia e della logistica europea del NATOstan.

Sorgente: GLI INTERESSI NATO PUNTANO SU TRIESTE E SUL PORTO FRANCO – Come Don Chisciotte


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