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Non è un personaggio facile e neppure molto simpatico. Certamente non è un esempio di democrazia praticata. Ma è certamente personaggio efficace tra tanta ‘ricottina’ politica Ue. Personaggio da contrastare, forse, ma mai da snobbare. Compreso il suo ipotetico ‘piano di pace’ Russia-Ucraina, che di fatto è la prima mossa autonoma di marca europea su cui almeno poter litigare.

Piano di pace Orban

Premessa al ‘piano di pace’ Orban: «Ue e Usa isolati». Difficile dargli torto in partenza. «Il rapporto – due pagine, dieci punti, logo della presidenza ungherese nell’intestazione – è firmato 12 luglio, presumibilmente il giorno in cui è stato inviato al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che poi lo ha condiviso con gli Stati membri», precisa per l’agenzia ANSA Mattia Bernardo Bagnoli. «E contiene degli elementi alquanto dirompenti», deve riconoscere il reporter stesso.

‘Il re è nudo’

In estrema sintesi. L’Europa farebbe bene ad uscire dal paradigma della guerra ad ogni costo perché gli Usa, con Donald Trump, cambieranno rotta e l’Ue si troverà in uno scenario nuovo. Meglio prevenire, puntando sui negoziati, anche attraverso «un’offensiva diplomatica verso il ‘Sud Globale’, ormai ostile all’Occidente». Mentre, secondo il premier ungherese (ma non solo lui): «Usa e Ue sono isolati sullo scacchiere globale». Ed è subiti, ‘apriti o cielo’. «Isolati noi?», la replica risentita del presidente uscente del Consiglio Europeo Charles Michel.

L’Ue guerrafondaia?

Le replica è quella classica da due anni a questa parte: che è l’aggressore e chi l’aggredito, i buoni e i cattivi. Certezze lapidarie. Ed è la trappola da cui l’Europa politica nella sua maggioranza non riesce ad uscire. Infatti Charles Michel non replica alle considerazioni di Orban, ma cita i comandamenti. Mentre le due pagine di rapporto affrontano alcune verità sconvenienti, che sia nell’Ue che nella Nato iniziano a turbare molti sonni. «Trump, subito dopo la sua vittoria elettorale, sarà pronto ad agire immediatamente come mediatore: ha piani dettagliati e ben fondati», assicura Orban.

Pronti a pagare il conto?

Trump al comando, e subito diversi conti economici sul campo di battaglia. «La proporzione degli oneri finanziari tra Stati Uniti e Unione Europea cambierà significativamente a svantaggio dell’Ue per quanto riguarda il sostegno all’Ucraina». Domanda retorica ma decisiva: «I 27 sono pronti a farsene carico?». Charles Michel ci gira attorno e non risponde e Ursula Von der Layen è troppo impegnata a farsi rieleggere e può così evitare di dover dire bugie. Con Orban che insiste con due argomenti decisamente ‘forti’.

«La nostra strategia europea, in nome dell’unità transatlantica, ha copiato la politica di guerra degli Usa», ha scritto Orban nel rapporto, visto dall’ANSA. «Propongo di discutere se la continuazione di questa politica sia razionale in futuro».

Futuro prossimo precariamente incerto

I ministri delle Finanze dei 27, riuniti nell’Ecofin, hanno esortato l’Ungheria a non insabbiare il tema del sostegno a Kiev ma di mantenerlo alto in agenda (resta ad esempio da tradurre in realtà il prestito da 50 miliardi deciso dal G7 usando gli extra profitti degli ‘asset russi’ (gli interessi sui miliardi russi depositati e bloccati nelle banche europee), su cui Budapest ‘rema contro’ (testuale nella nota ANSA). Ma non solo Orban, ma le prime dissidenze anche da Vienna, con accenni di pericolose conte interne all’Ue.

Tragica gara a chi è più isolato

Alcuni governi dei 27 hanno pubblicamente criticato Orban per la sua visita a Mosca, che così facendo «non avrebbe rappresentato tutti i Paesi Ue». ‘Dialogo vietato visto che la pace si fa solo col nemico?’, la replica scontata. Con Vienna che non aderirà ad alcun boicottaggio eventualmente deciso dalla Commissione della presidenza semestrale ungherese. Pasticcio su pasticcio, Ursula von der Leyen in campagna di consensi, fa sapere andrà al vertice informale dei leader, previsto a Budapest a novembre.

Nato a guerra incerta e politica confusa

«Orban al summit Nato era molto isolato e non ha rivelato chissà cosa grazie ai suoi viaggi, tutte cose che sapevamo già», racconta un diplomatico alleato. «Però non credo sia giusto definirlo come una marionetta di Mosca: valuta gli interessi nazionali ungheresi e ha un’idea diversa su come debba finire il conflitto». Mosca, quasi inutile dirlo, apprezza, e coglie l’occasione per ‘dire grazie’ e Biden. «L’attuale amministrazione americana è contraria a qualsiasi dialogo e insiste ancora nel continuare la guerra fino all’ultimo ucraino», colpisce il portavoce Dmitri Peskov.

La trattativa che si deve fare

Che il Cremlino possa partecipare al ‘secondo vertice di pace’, dopo la fallimentare  ‘simulazione svizzera’ come adesso propone Zelensky, appare molto improbabile. Mancano le premesse di una reale volontà e di garanti tra le parti. Ma ecco ancora il vituperato Orban che nelle sue due paginette offre spunti interessanti.

«La Cina svolgerà un ruolo più attivo solo se le possibilità di successo del suo impegno si avvicineranno a determinati parametri e secondo la loro valutazione questo non è ora il caso», si legge nel rapporto. «Propongo di condurre colloqui politici ad alto livello con la Cina sulle modalità della prossima conferenza di pace».

Sorgente: Il piano di Orban per la pace in Ucraina: «Ue e Usa isolati» – Remocontro


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