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Si chiama Laura Ewert e fino a pochi anni fa era ignara di quanto commesso dal nonno: “L’ho scoperto su Wikipedia”

“È stato mio nonno nazista a ordinare la strage di San Polo. Non lo abbiamo mai saputo in famiglia, l’ho scoperto solo da Wikipedia. Sarò in Toscana a chiedere scusa per lui”. Ha lo sguardo fisso in camera Laura Ewert. Dagli occhi traspaiono tristezza e dispiacere, affiorano le lacrime. Prova sentimenti forti mentre parla al convegno sulle ‘Stragi dimenticate‘. Una di queste è avvenuta il 14 luglio 1944 alla periferia di Arezzo. Pochi giorni prima della liberazione della città, i nazisti uccisero quasi ottanta persone, più di una sessantina solo nel piccolo borgo di San Polo. A ordinare il massacro fu il comandante del 274° reggimento della Wehrmacht, il colonnello Wolf Ewert. Ottanta anni dopo è la nipote a chiedere scusa per la crudeltà del nonno.

Laura Ewert è tedesca, lavora come giornalista. Nel 1994 perde il nonno, Wolf Ewert. Circa una decina di anni dopo compie un’incredibile scoperta: il colonnello Ewert ha commesso, commissionato, terribili crimini di guerra in Toscana. Dopo una prima infarinatura avvenuta su Wikipedia, Laura Ewert ha la conferma di due tra i più importanti storici e studiosi di quanto fatto in Italia nella Seconda Guerra Mondiale dalle truppe tedesche, vale a dire Udo Gümpel e Carlo Gentile. Da allora, Laura Ewert chiede perdono per quanto commesso dal parente, adesso avrà l’opportunità di farlo di persona: il 14 luglio ha annunciato la presenza, assieme alla sua famiglia, alla commemorazione della strage di San Polo.

 

Laura Ewert
Laura Ewert 

La giornalista è stata ospite di un convegno sulle ‘Stragi dimenticate’ a Civitella Val di Chiana, un altro luogo tragicamente noto per i crimini nazisti. Assieme a Gümpel e Gentile e alla collega tedesca Christiane Kohl (che su Civitella ha scritto un romanzo dal titolo “Villa Paradiso“), Laura Ewert ha pronunciato qualche frase in italiano e ha svuotato il cuore: “Voglio essere a San Polo. La mia famiglia e io dobbiamo chiedere scusa per quanto successo. Quando ho scoperto della strage ho provato vergogna e dolore. Mi sono fatta domande su perché la mia famiglia non ne ha mai parlato, perché non siamo mai andati a San Polo a chiedere perdono”.

La giornalista ha parlato anche dell’importanza della memoria: “Tutti devono sapere quanto successo. Lo spiegherò a mio figlio, ai miei amici e al giornale dove lavoro. Nessuno deve dimenticare cosa è stato fatto, le persone devono interrogarsi, fare domande”. Oltre a ringraziare Gümpel e Gentile, che le hanno permesso di conoscere la storia sommersa della sua famiglia, Ewert ha chiuso dicendo: “Dobbiamo continuare a parlare e ricordare cosa è successo in passato”.

Così come per Civitella, quella di San Polo è una vicenda atroce. Wolf Ewert e i suoi uomini erano ormai certi, nel luglio 1944, che i partigiani e gli Alleati avrebbero di lì a poco liberato Arezzo e che i nazisti stavano perdendo terreno e controllo in Valdichiana. Pochi giorni prima delle stragi – il 4 luglio 1944 – fu proprio Ewert a scrivere che uno scontro con una banda partigiana a sud di Arezzo fu la spinta per “prendere provvedimenti molto duri”. Fu una delle pagine più crudeli e tristi della storia toscana del Novecento. A San Polo addirittura i prigionieri vennero torturati e sepolti vivi, i nazisti poi fecero esplodere le fosse. Domenica 14 luglio si terrà la commemorazione proprio nel piccolo paese: Laura Ewert ci sarà.

Sorgente: “Mio nonno ordinò la strage nazista, verro in Italia a chiedere scusa” – la Repubblica


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