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Fotografo arrestato: adescava le vittime offrendo loro di diventare testimonial contro le violenze sulle donne. Il procuratore: “I casi emersi potrebbero essere la punta dell’iceberg: chi ha subito la stessa sorte si faccia avanti”

di Marta Borghese

Cuneo — «Oggi è un giorno di sollievo, il giorno in cui posso finalmente mantenere con le ragazze la promessa che avevo fatto loro: che se avessimo agito insieme, come sorelle, traendo forza da quanto ci era accaduto, avremmo ottenuto il nostro riscatto a livello personale e professionale». Quando il capitano Giuseppe Santoro e il maresciallo Claudio Grosso dei carabinieri di Alba le hanno telefonato per dirle che ieri mattina, alle 7.26, Paolo Ferrante era stato arrestato, Stefania Secci è scoppiata in un pianto liberatorio.

Nel 2022, da modella, era finita anche lei nella rete della Models Italian Academy, l’agenzia di moda fondata da Ferrante a Corneliano d’Alba, in provincia di Cuneo, dove il fotografo di 46 anni attirava le ragazze offrendo book a prezzi convenienti o contratti stellari, con soldi che poi non si vedevano. Né per le modelle, né per i collaboratori, né per le location da sogno che affittava. Ma non erano i mancati pagamenti, l’insidia peggiore: in svariati casi l’uomo avrebbe infatti abusato delle ragazze.

 

 

 

 

Ieri mattina, in esecuzione dell’ordinanza della Procura di Asti coordinata dal procuratore capo Biagio Mazzeo e della sostituta procuratrice Laura Deodato, al termine delle indagini condotte dalla pm Camilla Fracchia, l’uomo – senza precedenti – è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e condotto in carcere a Torino, destinato alla sezione dei sex offender. Per il suo ex collaboratore Daniele Ferrero, trentaseienne residente a Bra e appartenente a una famiglia di commercianti di vino, coinvolto in uno dei casi di violenza, sono invece scattati gli arresti domiciliari.

Cinque le denunce di violenza sessuale depositate in procura, relative a fatti accaduti dall’aprile 2023 al febbraio scorso. In due casi, le vittime hanno accusato Ferrante di rapporto sessuale completo non consensuale, mentre una delle modelle sarebbe stata violentata contemporaneamente dall’agente e dal suo collaboratore. Alcune di loro avrebbero alle spalle la fragilità di altri abusi.

Nei confronti delle modelle, Ferrante avrebbe applicato sempre lo stesso sistema: prometteva compensi importanti millantando conoscenze con dirigenti tv e grandi firme, dalla Rai a Dolce & Gabbana, realizzava – senza pagare – scatti di moda ma anche di nudo artistico e poi, in molti casi, proponeva la realizzazione di cortometraggi «sulla violenza sulle donne». A quel punto, Ferrante avrebbe fatto firmare alla ragazze contratti con penali esorbitanti, anche di 10 o 15 mila euro, in caso di mancato rispetto, mettendole così in una posizione che Secci chiama «di ricatto emotivo». Poi, le avrebbe sottoposte a un provino in cui ad interpretare il ruolo del maschio violento era lui stesso. Si sarebbero consumate così le violenze sessuali oggetto di denuncia, che per il procuratore Mazzeo potrebbero essere solo «la punta dell’iceberg».

 

Ecco perché, carabinieri e procura invitano altre donne eventualmente coinvolte a denunciare. «Ho cominciato a raccogliere le testimonianze di molte donne – conferma Secci –, le ascolto e le incoraggio a denunciare». Fu proprio lei una delle prime a insospettirsi. Il suo rapporto lavorativo con Ferrante si interruppe nell’aprile del 2023, quando, durante un cambio d’abito di uno shooting, lui le mise le mani addosso. Lei seppe disinnescare l’accaduto e si fece riaccompagnare alla stazione. Di lì, più nulla. «Ma continuavo a vedere sul profilo Instagram dell’agenzia sempre nuovi collaboratori e nuove ragazze. Mi sono chiesta come fosse possibile e ho cominciato a contattarle».

 

Ferrante è assistito dall’avvocato Roberto Ponzio di Alba, che non l’ha ancora incontrato, così come i colleghi Carlo Mussa e Fernanda Gea Portulano di Torino che rappresentano Ferrero. Gli interrogatori di garanzia sono fissati per lunedì.?

Sorgente: Reclutate nella campagna contro la violenza sulle donne: trappola per modelle, cinque stuprate – la Repubblica


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