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Rassemblement Nationa al 33%, vince ma non stravince. Seconda la sinistra di Nouveau Front Populaire con un importante 28%. Solo terzo Macron, 20%, e da subito è campagna per il secondo turno, dove gli anti lepenisti si preparano a patti di desistenza per tenere l’estrema destra lontana dai 289 seggi di maggioranza assoluta

Netta la maggioranza del Rassemblement National, 33%, anche se non straripante come sperato. Seconda la sinistra di Nouveau Front Populaire con un importante 28%. Solo terzo Macron, 20%, e da subito è campagna per il secondo turno, dove gli anti lepenisti si preparano a patti di desistenza per limitare la maggioranza dell’estrema destra tenendola lontana dai 289 parlamentari di maggioranza assoluta

Estrema destra alla soglia del potere

Il Rassemblement National al 34%, risultato importante ma forse non quello sperato, guida la corsa in centinaia di circoscrizioni. Tutto da decidere domenica prossima sui voti ondivaghi del ballottaggio (gli inviti al voto dei partiti esclusi dal ballottaggio, le desistenze e i timori antifascisti a impedire la maggioranza assoluta di parlamentari a Rassemblement National per governare. Il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, in alleanza con i candidati dei Républicains dell’ex gollista Eric Ciotti, è al 33,1% dei voti -tra i 240 e 270 deputati la proiezione dei seggi-, con la maggioranza assoluta a 289 seggi.

Al secondo posto, la sinistra Nouveau Front Populaire

28% per Ifop, tra 180 e 200 seggi. una proiezione di seggi tra 115 e 145 seggi. Al terzo posto c’è il blocco centrale di Emmanuel Macron: al 20%. Il capo dello Stato che finora aveva una maggioranza relativa di 250 deputati, potrebbe ritrovarsi tra 60 e 90 deputati secondo la proiezione dell’Ifop, in una forchetta leggermente più alta (90-120 seggi) per Elabe. I Républicains anti-Ciotti -i gollisti storico-, si attestano al 6,7% secondo Ifop, tra 30 e 50 seggi. Quindi, numeri alla mano, tutto è ancora possibile nella Francia lacerata come mai prima nel dopoguerra.

La paura fa 66,7 di votanti

Una elezione storica, che ha richiamato il 66,7% degli elettori, venti punti in più rispetto alle legislative 2022, con la politica francese che si conferma a tre poli, ma con l’estrema destra che per la prima volta diventa il blocco in testa. Le Pen è eletta già al primo turno, superando il cinquanta per cento dei voti. Il Rn progredisce di tre punti rispetto alle elezioni europee del 9 giugno e quasi raddoppia rispetto alle legislative del 2022.

Ma tutto si può rovesciare

Frédéric Dabi, direttore dell’istituto di proiezioni Ifop ricorda la prudenza sulle proiezioni di seggi in attesa del secondo turno, tra appena sette giorni. «La forchetta nella proiezione di seggi è molto larga perché si basa sui rapporti di forza ma c’è ancora un’incognita sulle tendenze del secondo turno» segnala anche Bernard Sananès, direttore di Elabe. Nelle prossime ore si capirà quanti candidati delle varie liste sono qualificati per il secondo turno. Sulla carta, in base ai risultati di ieri sera, ci potrebbero essere più di 250 triangolari: tre candidati qualificati. Ed entro domani bisogna confermare le candidature al secondo turno, o il ritiro dalla corsa.

Macron costretto al centrosinistra

«Di fronte al Rassemblement National, è giunto il momento di una manifestazione ampia, chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno» dice Macron pochi minuti dopo l’annuncio dei risultati, evocando una diga contro l’estrema destra che negli ultimi giorni aveva rifiutato di menzionare.

Sinistra compatta e il ‘Voto utile’

«Questa elezione è un referendum per impedire al Rn di ottenere una maggioranza assoluta» dice Raphaël Glucksmann, che ha guidato la lista della gauche alle europee. «Ritireremo la nostra candidatura» quando il Rn è in testa e il Nouveau Front populaire in terza posizione, dice anche Jean-Luc Mélenchon dal suo quartier generale a Parigi. «Non ci saranno nostri candidati al secondo turno se c’è il rischio di fare eleggere un candidato del Rn» conferma il segretario del partito: «I francesi devono decidere se dare i pieni poteri all’estrema destra».

Destra, ripensamenti a scendere

Nei giorni scorsi, a più riprese, il candidato premier Jordan Bardella aveva insistito sul voler accettare l’incarico «soltanto con una maggioranza assoluta per realizzare il cambiamento nel Paese». Ora. visti i risultati, il partito di Le Pen ci ripensa: ‘Al governo anche senza maggioranza assoluta’. Sébastien Chenu, uno dei dirigenti più influenti del Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, rieletto fin dal primo turno ieri sera, ha dichiarato su France 2 che se il Rn otterrà una maggioranza relativa ma avrà sufficienti sostegni, governerà. A governare con chi?

 

Sorgente: Vince Le Pen ma non stravince e al ballottaggio tutto può accadere – Remocontro


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