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Giustizia (Politica) Il testo del provvedimento da oggi al Senato, dove mercoledì manifesteranno sindacati, associazioni e movimenti sociali. Diversi appuntamenti davanti alle prefetture: a Genova, in Puglia e a Milano.

Di Giuliano Santoro

Il Ddl 1660 sulla sicurezza è arrivato al senato, dove comincerà il suo cammino in commissione. Oggi gli uffici di presidenza stabiliranno il calendario, con la destra che continua a ribadire di voler approvare il provvedimento con la massima rapidità. A costo di fare la gimkana tra le date. Questa settimana, ad esempio, i parlamentari saranno sicuramente impegnati, tra le altre cose, nella seduta comune che serve a completare il plenum della corte costituzionale. Nel frattempo, le mobilitazioni si allargano e crescono di numero in tutto il paese.

PARTITO DEMOCRATICO, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e +Europa hanno aderito alla manifestazione indetta nei giorni scorsi da Cgil e Uil per mercoledì alle 16.30 proprio davanti a Palazzo Madama (la Cisl ha lanciato un suo appuntamento, per il 2 ottobre a piazza Vidoni). Ieri è arrivata anche l’adesione dell’Anpi. «Il Ddl è una summa repressiva che criminalizza le lotte sociali, con particolare accanimento verso lavoratrici e lavoratori, ambientalisti, migranti, detenuti, madri detenute, chiunque protesti contro le scelte del governo – affermano dalla segreteria nazionale dell’associazione – Si vuole condizionare la libertà di espressione e impedire il pacifico conflitto sociale che è un cardine della democrazia costituzionale. La legge è un tassello evidente di un disegno più generale teso a stravolgere lo stato di diritto. Non deve passare al Senato. Per questo l’Anpi nazionale sarà in piazza». E anche l’Arci ha ribadito il sostegno: «Ci opporremo culturalmente e politicamente con tutti i mezzi a disposizione in rete con i sindacati e le tante organizzazioni e movimenti che si stanno esprimendo in queste ore – dicono – Almeno fino a che ci permetteranno di farlo».

CI SARANNO anche manifestazioni delocalizzate. Se la Cgil l’ha annunciata davanti alla prefettura di Genova (doveva essere ieri, ma per il maltempo tutto è spostato a quest’oggi alle 18), si scenderà in piazza anche in Puglia e a Milano. «Si approvano norme di impronta securitaria che per un sit-in di lavoratori davanti a una fabbrica o al ministero rischia di aprire loro le porte del carcere – spiegano la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, e il segretario generale della Uil Puglia, Gianni Ricci – Si condannano pratiche non violente di dissenso, si introducono ulteriori misure che criminalizzano i migranti». In ragione di tutto ciò, proseguono Bucci e Ricci, «abbiamo deciso di amplificare la protesta e manifestare il nostro fermo dissenso anche a livello territoriale. Terremo presidi davanti le prefetture in tutte le province riaffermando un principio, che di fronte a un crescente disagio sociale non sono quelle penali le risposte che aumentano la sicurezza dei cittadini, ma investimenti sul lavoro, le tutele, i salari. Ma da questo orecchio il governo delle destre non ci sente». Scenderanno in piazza anche a Palermo, «per contrastare un Ddl pericoloso per la democrazia», secondo le parole del segretario generale cittadino Cgil Mario Ridulfo.

IN NOME del «No alla repressione» diversi partiti e associazioni si troveranno in presidio mercoledì dalle 18 davanti alla prefettura di Milano. «Serve oggi più che mai una grande mobilitazione democratica e antifascista, per la democrazia. Contro la vergogna del ddl sicurezza ‘repressione’ – spiega il segretario metropolitano del Pd Alessandro Capelli. Il quale parla di un «governo vittimista» e di una destra «che ha nel suo Dna la compressione delle libertà e degli spazi di partecipazione e democrazia». Da Avs anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno espresso adesione alle proteste. «Mi sarei accontentato da questo governo e da questi ministri di dichiararsi antifascisti, mi sarebbe bastato – dice il segretario di Si – Ma non ci sono ancora riusciti perché non hanno rotto quei legami con il passato, e perché la loro cultura è così intrisa di autoritarismo che appena hanno la possibilità quell”autoritarismo te lo riversano addosso». Intanto, la petizione online lanciata pochi giorni fa su Action Network per fermare il Ddl (definito «una legge ideologica, fortemente voluta dalla Lega e da Salvini, con l’obiettivo dichiarato di colpire le persone che protestano contro le opere e le misure attuate dal governo») ha già superato le sessantamila adesioni. Crescono anche le adesioni per l’assemblea convocata per sabato 28 a Roma (a Casetta rossa, a Garbatella, dalle 15.30) da diversi esponenti e organizzazioni della società civile.

Sorgente: ilmanifesto.it

 

Sorgente: Cresce l’onda No Ddl. «Stop alla repressione». In piazza anche l’Anpi | il manifesto


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