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“La settimana delle quattro streghe”, la settimana in cui le banche centrali delle maggiori economie decideranno se modificare i tassi di interesse. Dopo la Bce tocca alla Federal Reserve degli Stati Uniti (18 settembre), poi la Bank of England (giovedì 19) e a chiudere la Bank of Japan (venerdì 20). Gli occhi sono però puntati sugli Usa e la più grande economia mondiale.  

Strega Lagarde

I titoloni si sprecano:  “La Fed  (banca centrale Usa) davanti ad una decisione fondamentale” si legge sui maggiori quotidiani economici. Gli investitori in maggioranza sono indecisi se la manovra sarà blanda, di 25 punti base e gli altri se sarà più aggressiva con un taglio di 50 punti base. Ricordiamo che in Europa hanno tagliato di 25 punti il tasso sui depositi (quello che è il parametrato per l’indice interbancario ‘Euribor’ che ben conosce chi richiede un mutuo o un prestito). Principio di politica economica base: le banche centrali tagliano i tassi d’interesse per rilanciare l’economia ed evitare una recessione.

Le Banche centrali contano ancora?

Ma siamo sicuri che oggigiorno le decisioni delle banche centrali sono fondamentali come si dice? Partiamo dagli investitori, appunto, e da colui che è il più grande investitore del mondo: Warren Buffet. Buffet è un personaggio leggendario nel mondo della finanza internazionale. Perché a 94 anni  è ancora a capo del suo multimiliardario fondo d’investimento ‘Berkshire Hathway’, tra i maggiori di tutti i tempi. Insomma, le mosse di Warren Buffet in Borsa condizionano e anticipano gli andamenti dei mercati finanziari.

L’assurdo Buffet

Che cosa sa Warren Buffet che noi non sappiamo? Nei primi sei mesi del 2024, mentre le Borse toccavano massi storici, Buffet ha venduto azioni di Apple per 100 miliardi di dollari (circa quattro leggi finanziarie dello Stato italiano). Oggi siede sopra a una montagna di liquidità pari a 184 miliardi. Insomma, ha approfittato dei massimi di borsa per incassare. Nel suo caso, però, la presa di beneficio è stata però talmente rapida da suscitare voci e clamori. In particolare ha ridotto della metà le sue partecipazioni in Apple, gettando così un’ombra sugli andamenti futuri del colosso dell’informatica.

Sospettabilissime speculazioni

Agli azionisti del suo Fondo d’investimento, Warren Buffet ha dato una spiegazione a queste mosse indicando la convenienza fiscale per l’incasso delle plusvalenze. Infatti, lo Stato americano ora tassa al 21% gli utili di Borsa, mentre  precedentemente era al  35%. Considerando che negli anni ’50 le tasse erano al 52%, Warren Buffet ha dichiarato che così non potrà andare avanti. Gli Usa hanno un debito pubblico tale che saranno costretti ad aumentare le tasse, ha dichiarato. Quindi , meglio incassare adesso che c’è ancora la cuccagna. Ma c’è anche qualcosa di più preoccupante dietro le parole di Buffet, perché egli ha sempre affermato che il fattore fiscale, ovvero le tasse, non devono mai essere il motivo di acquisto o vendita delle azioni.

L’eccezionalità  del momento

Le sue mosse denotano l’eccezionalità del momento e la consapevolezza di questi grandi investitori che oggi il mercato finanziario è pericolosamente sopravvalutato. Il ‘Buffet Indicator’ che misura il rapporto tra il valore del mercato azionario e l’economia reale ha superato il 200%, un livello mai visto prima. Le possibilità di recessione in Usa da qui a 12 mesi, viste dalla Federal Reserve di New York, si sono alzate al 62% (le grandi banche d’affari riducono notevolemente queste stime). Situazioni che non si vedevano dagli anni ’80 e che Warren Buffet conosce bene tanto da decidere di accumulare contanti e aspettare che la bolla prima o poi scoppi.

Banche Centrali sempre meno centrali

Dietro al clamore sul taglio dei tassi, i dati dimostrano che le Banche Centrali sono riuscite a controllare l’inflazione, ma il ritmo si è solo raffreddato e i prezzi rimangono molto più alti rispetto a prima della pandemia. Hanno vinto una battaglia ma ora rischiano di perdere la guerra, ovvero ridurre il costo del denaro per evitare una recessione.

Geopolitica, cambiamento climatico, decenni di ‘generose’ politiche fiscali stanno mostrando i limiti del loro approccio. Il potere delle banche centrali si sta ridimensionando e un altro pezzo della montagna rischia di staccarsi dalle granitiche certezze del nostro sistema  economico e finanziario.

Sorgente: ‘La settimana delle quattro streghe’ – Remocontro


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