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Api Lollobrigida

di Natalia Distefano

Sterminate quasi 50 mila api ospitate nei tre alveari tricolore allestiti sul tetto del ministero in via XX Settembre

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Lo scorso 20 maggio, in occasione della Giornata mondiale delle api, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in un video pubblicato sulle sue pagine social, era stato ripreso sulla terrazza romana della sede del Mesaf – con vista sul «Cupolone» – dove, in collaborazione con la Federazione apicoltori italiani aveva allestito il bouquet di arnie tricolore. Un apiario urbano – il primo in Europa ad essere ospitato in una sede istituzionale – per promuovere la tutela delle impollinatrici, «che sono un patrimonio di immenso valore per la tutela dell’ambiente: senza le api molte delle nostre produzioni agricole non sarebbero possibili», aveva detto in quell’occasione.

Ma a soli quattro mesi dal lancio del progetto «Apincittà», la macabra scoperta: le migliaia di api presenti in quelle arnie con i colori dell’Italia sono state sterminate da sciami di vespe orientalis e calabroni.

 

Ministero dell'Agricoltura: 50 mila api sterminate da vespe e calabroni, la macabra scoperta nell'alveare di Lollobrigida

Gli alveari tricolore sul tetto del ministero dell’Agricoltura

Silenzio sulla macabra scoperta

A dare la notizia, «non proprio al miele», è stato il Foglio, secondo cui qualcosa sul tetto del ministero in via XX Settembre è andato storto: «Per motivi che imbarazzano la staff del ministro, tra fine agosto e i primi di settembre, chi è salito sul tetto del dicastero si è trovato davanti alla scena che si è prestata a maligne interpretazioni politiche». Morte quasi 50 mila esemplari di api, assediate da fameliche vespe e calabroni. Immediato l’ordine di rimuovere i cadaveri e abbattere gli altri insetti «predatori» che svolazzavano sul tetto del dicastero, mentre tra i dipendenti – appena rientrati dalle vacanze estive – si è diffusa una certa ansia.

I guai di Lollobrigida

Eppure sull’incidente non ci sarebbe nessuna comunicazione ufficiale. Mentre il ministro deve già fronteggiare la questione dolorosa della peste suina e i chiacchiericci dei «predatori» politici sulla separazione da Arianna Meloni senza poter contare sul suo ex portavoce, Paolo Signorelli, che si è dimesso lo scorso giugno dopo il caso della chat antisemita con «Diabolik». Nessuno lo ha ancora rimpiazzato nel ruolo di capo ufficio stampa, così la comunicazione del G7 dell’Agricoltura in programma dal 21 al 29 settembre a Siracusa (che già ha causato problemi per l’uso improprio di un video girato a Ortigia) è stata di necessità affidata a una società esterna specializzata in consulenze strategiche e relazioni istituzionali per le aziende: Comin & partners. Agli esperti della comunicazione ora il compito di curare (in qualche caso di raddrizzare) l’immagine del ministero durante il grande evento siciliano.

 

Sorgente: roma.corriere.it


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