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Er Pinguino alla presentazione del libro di Bocchino – Protesta. L’ex amico di Carminati: “Io invitato, loro no”

“Sei un povero deficiente… ti do uno schiaffo io e finisce la giornata”. Giovedì 3 ottobre, alla fine della presentazione del libro di Italo Bocchino Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra, contestata da metà dei dipendenti della Galleria e chiusasi senza la possibilità di fare domande, c’è una frase pesante che vola contro Giuseppe Pedroni, dipendente della Gnam e Rsu che rivendicava la possibilità di fare domande a chi aveva presentato il libro (oltre a Bocchino, anche Ignazio La Russa e Arianna Meloni). A pronunciarla è una persona “invitata” come lui stesso rivendica al telefono col Fatto: Domenico Gramazio. Ex Msi – “camerata Pinguino” il suo nome di battaglia – ex senatore con Alleanza Nazionale e poi Pdl, oggi considerato l’anello di congiunzione tra la destra istituzionale di FdI e quella extraparlamentare. Gramazio è socio dell’associazione Acca Larentia, vicina a Casapound, che anche coi soldi della Fondazione An ha acquistato l’edificio della storica sezione dell’Msi. Era anche citato nelle carte dell’inchiesta “Mondo di mezzo” (che ha visto il figlio Luca condannato in via definitiva), dove venivano cristallizzati i rapporti tra parte della sua famiglia e l’ex Nar Massimo Carminati.

Come spiega lui stesso, Gramazio era lì perché invitato dalla casa editrice di Bocchino, Solferino, “a differenza di quella persona che voleva parlare”. Gramazio al Fatto spiega: “Non so chi era, voleva parlare, nessuno interveniva, gli ho detto che doveva andare via. Poi due agenti di polizia l’hanno portato via, e devo dire che hanno fatto bene, perché sennò l’avrei schiaffeggiato – chiarisce. – Chi interrompe una pubblica manifestazione deve essere allontanato e identificato”. L’ex Msi ribadisce: “Non poteva parlare, non era previsto il dibattito, nell’invito non c’era. Uno non può venire a casa d’altri e parlare quando non è invitato. Non devo chiedere scusa io, si deve scusare chi viene a dare fastidio a una pubblica manifestazione”.

L’uomo, che in realtà è intervenuto solo alla fine della presentazione rivendicando il diritto a porre delle domande agli ospiti, è appunto un dipendente della Galleria, uno dei 40 che due giorni prima aveva chiesto alla direttrice Cristina Mazzantini di annullare la presentazione del libro, giudicato troppo propagandistico. La direttrice ha risposto a quella richiesta comunicando i nomi dei firmatari al ministero della Cultura e ad “autorità competenti” (prefetto, questore, commissariato). Negare la possibilità di fare domande ha esacerbato gli animi: in tutte le altre – tante – presentazioni precedenti con politici, era sempre stato garantito lo spazio per gli interventi del pubblico, come sul momento ha ricordato Pedroni.

La Galleria nazionale d’arte moderna, già nella bufera per una mostra sul Futurismo organizzata senza comitato scientifico (l’apertura è stata rinviata dal 30 ottobre al 2 dicembre) sul momento non ha condannato il comportamento di Gramazio.

 

(Di Leonardo Bison – ilfattoquotidiano.it)

Sorgente: Il camerata Gramazio ai lavoratori Gnam: “Vi prendo a schiaffoni” – infosannio


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