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La mossa del ministro per dimostrare che lavora e non tollera impunità

di Stefano Cappellini

“Ho chiesto nomi, indirizzi e codici fiscali di tutti i responsabili”. Vuole i codici fiscali, Matteo Salvini. Per venire a capo con severità dell’incidente che ha paralizzato il trasporto ferroviario ha deciso di non lasciare nulla di intentato: vuole i codici fiscali degli operai accusati di aver piantato malamente un chiodo dove non dovevano. Sei stato tu, con il tuo chiodo! Favorisca il codice fiscale, prego.

A cosa gli serviranno i codici fiscali? Gli manderà un’ispezione della Finanza? La solleciterà a Giorgetti mentre il ministro dell’Economia cerca i soldi per una manovra di “sacrifici”? Magari no, però senti come suona bene: fuori i codici fiscali. Dà l’idea di un ministro vigile e implacabile, che punisce senza sconti. Non gli bastano gli indirizzi, Salvini li stana i colpevoli e li inchioda alle loro responsabilità: RSSGVN71R… eccetera eccetera. Li sequenzia come un genoma. Come in quel film dove Jack Nicholson si procura tutti i numeri della previdenza per stanare la talpa nella sua cosca. Una cosa scientifica, poi non funzionò, ma può essere che Salvini non abbia visto The Departed, titolo che evoca brutti pensieri, anche per dipartire bisogna un po’ viaggiare e non è la suggestione adatta al momento. Serviva una mossa concreta, non fuffa. Mi accusano della citofonata, mi accusano di essere assente dal lavoro, di fare post Facebook sui nonni mentre i treni sono fermi sui binari? E io dimostro che non sto a guardare, nessuno può accusare il Ministero delle Infrastrutture di lassismo. Salvini quelli che lavorano male li spella: DREFRN84C eccetera eccetera. Che poi, onestamente, il tilt poteva succedere con governi di qualsiasi colore ed epoca, ed è pure successo, ma quale ministro avrebbe avuto questo colpo di genio? Datemi un codice fiscale e solleverò i binari, o quanto meno i colpevoli del patatrac.

Deve esserci un’altra sottile metafora cristologica in questo Salvini inchiodato, in continuità con il Salvini martire della giustizia che ha difeso i confini della nazione tenendo due settimane a spasso per il Mediterraneo qualche decina di disgraziati, tutti senz’altro privi di codice fiscale. Gente che se poi entra nel Paese e commette qualche illecito non puoi nemmeno chiedergli il documento decisivo per sanzionare a dovere, gente che viene qui a prenderci in giro presentandosi con cognomi quasi senza vocali, a mo’ di sfida, codici fiscali taroccati di loro, come la buonanima di un compact disc pirata. E se fosse straniero anche qualche operaio del team del chiodo? E se non avesse un codice fiscale in regola? Diventerebbe materiale per un bel post: vengono qui per inchiodarci i treni, ‘sti clandestini. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha trasformato i social del Viminale in una succursale della fu Bestia, potrebbe pure farci un post: “Rimpatriato il marocchino che ha sabotato i treni nazionali”, con le immagini di quattro poliziotti che scortano il reo alla frontiera, felici soprattutto di non dovercelo portare in treno.

Sorgente: Il colpo di genio di Salvini per inchiodare i colpevoli del guasto sui treni – la Repubblica


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