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Prima o poi doveva succedere: un ministro di questo governo parla, e riesco a leggere le sue parole senza inorridire o ridere. Si tratta del Giorgetti, democristiano in dotazione alla Lega (fa finta di non accorgersene, ed è il solo modo per sopravvivere, da democristiano, nel partito più fascista d’Italia).

Il Giorgetti, da ministro dell’Economia, ha parlato di «sacrifici per tutti», di «più tasse su redditi immobiliari e finanziari», e addirittura di considerare probabile un prelievo più alto sull’industria delle armi, che come è noto sta andando a gonfie vele: si sentono i botti fin sotto casa, ormai. Ha anche detto che non esistono extraprofitti. Solo profitti. E che non c’è niente di più normale che tassarli un poco di più, qualora serva.

Non oso entrare nel dettaglio tecnico, ci capisco poco, ma era dai tempi della professoressa Fornero che non si sentiva qualcuno far presente che da qualche parte i quattrini si dovranno pure trovare. E la parola «sacrifici» non echeggiava, a Roma, ormai da tempo, essendo il melonismo tutto un trallallà su quanto è produttiva e intrepida la nostra Patria, che ha i numeri in ordine, l’economia che tira e il morale alle stelle.

Sbaglierò, ma secondo me il Giorgetti, prima o poi, sarà richiamato all’ordine. È troppo mesto, non abbastanza ottimista, non frequenta gli ultras e, che si sappia, nemmeno le signore di Pompei, non scalpita per ristabilire l’egemonia economica della destra dopo secoli di evidente egemonia comunista, insomma, dentro questo governo, fa la figura del corpo estraneo.

A meno che abbia una doppia vita, e a notte fonda vada a cantare nei pub del Varesotto con un gruppo nazirock, sembra proprio quello che è: un ministro dimenticato a Roma dal governo Draghi.

(di Michele Serra – repubblica.it)

Sorgente: Un corpo estraneo nel governo – infosannio


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