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L’incontro tra Trump e Zelensky a New York, con interrogativi e valutazioni politiche soprattutto in vista delle prossime elezioni presidenziali statunitensi. Altri 7,9 miliardi di dollari dalla Casa Bianca, ed il faccia a faccia tra l’ex presidente e il leader ucraino è specchio della profonda spaccatura politica interna e l’ormai evidente incertezza sull’approccio futuro degli USA verso il conflitto in Ucraina.

Trump mediatore, ma ‘darci un taglio’

Trump mediatore -nel caso vincesse le elezioni-, promette un accordo già prima del suo insediamento. Boom. E la sua retorica, da un lato elogia Zelensky e dall’altro difende i canali di comunicazione con Putin. Trump ha già criticato Zelensky durante la campagna elettorale, accusandolo di non voler negoziare la pace. Segnale di più ampio dissenso tra i repubblicani sulla gestione della crisi, con molte figure politiche conservatrici che chiedono una riduzione degli aiuti economici e militari al Paese. E il crescente scetticismo della classe politica statunitense, in particolare tra i repubblicani, rende meno sicura la prospettiva di un appoggio costante.

Fase critica non solo militare

La visita di Zelensky negli Stati Uniti e l’incontro con Trump riflettono l’incertezza politica che caratterizza il futuro delle relazioni tra Ucraina e Stati Uniti. Se da una parte Biden continua a sostenere Kiev anche a rischio della candidatura di Kamala Harris, dall’altra parte dell’Atlantico –Europa tutta Nato-, Trump rappresenta un’alternativa ambigua, che potrebbe spostare radicalmente l’approccio americano verso la Ucraina. Scenario che apre la strada a possibili evoluzioni diplomatiche e militari, che potrebbero ridefinire non solo il futuro del conflitto, ma anche gli equilibri geopolitici globali e soprattutto europei.

L’Ucraina nei guai, pur che regga sino a novembre

L’incontro con Trump in un momento particolarmente delicato per Zelensky, col Paese che per non affondare dipende da una Casa Bianca alla vigilia di una svolta incerta. Mentre l’uscente Biden annuncia nuovi aiuti all’Ucraina per 7,9 miliardi di dollari. «Gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina il supporto di cui ha bisogno per vincere questa guerra», ‘vincere’ elettorale, ma di corsa, prima che possa arrivare Trump e peggio ancora crollare il fronte ucraino.

L’Ukraine Security Assistance Initiative

Evitare interruzioni nell’invio di aiuti militari all’Ucraina nella fase tra elezioni del 5 novembre e l’insediamento del nuovo presidente il 20 gennaio. 2,4 miliardi erogati attraverso l’Ukraine Security Assistance Initiative, che significa che gli armamenti erranno acquistati o reperiti dalle industrie della difesa o dai partner e non con il prelievo dai depositi militari statunitensi. Di fatto quindi si tratti armi, mezzi e munizioni che devono ancora essere prodotti dalle aziende americane. E 5,5 miliardi di dollari del ‘Presidential Drawdown Authority’.

Conti americani difficili da spiegare

Dall’inizio del conflitto russo-ucraino, nel febbraio 2022, gli Stati Uniti hanno impegnato circa 56,3 miliardi per l’Ucraina tramite sia l’autorità presidenziale di prelievo, che dell’Ukraine Security Assistance Initiative.

Soldi, armi ma non colpire Mosca

L’Amministrazione Biden, pur fornendo armamenti sempre più sofisticati, non ha autorizzato l’impiego di queste o di altre armi a ‘raggio esteso’ sul territorio russo. Con ogni probabilità anche in seguito alle valutazioni delle agenzie di intelligence statunitensi che, come racconta anche il New Tork Times, esporrebbe al rischio di rappresaglie dirette della Russia da un’intensificazione degli atti di sabotaggio che nei mesi scorsi hanno colpito stabilimenti industriali in Europa, sino ad attacchi diretti contro basi militari statunitensi ed europee. E non comporterebbe benefici in grado di alterare significativamente l’andamento del conflitto.

 

Sorgente: Zelensky da Trump coi miliardi di Biden, ma futuro incerto – Remocontro


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