Con tali atti Draghi dimostra di diventare in pratica l’esecutore delle multinazionali e della finanza internazionale per la liquidazione dell’intero patrimonio pubblico del Popolo italiano.
Egli agisce in palese contrasto con la Costituzione, la quale considera i servizi pubblici essenziali, le fonti di energia, le situazioni di monopolio e le industrie strategiche (art. 43 Cost.) in proprietà pubblica demaniale del Popolo, ai sensi del comma uno, primo alinea, dell’articolo 42, il quale sancisce che la proprietà è pubblica e privata.
È chiaro che svendendo l’intero demanio pubblico lo Stato italiano resta nella impossibilità di garantire a tutti i servizi pubblici indispensabili per la vita di tutti i cittadini.
Infatti alle entrate del bilancio statale vengono sottratti i molto lauti guadagni che provengono dalla gestione dei servizi pubblici essenziali, e alla pubblica amministrazione non resta altro, per soddisfare i bisogni della popolazione, se non la possibilità dell’aumento delle imposte, le quali riducono la domanda e impediscono lo sviluppo economico, distruggendo posti di lavoro, portando tutti a una ineliminabile miseria.
In sostanza il governo Draghi non si accorge che, con queste operazioni, sta distruggendo il nostro Stato-Comunità, rendendolo schiavo degli Stati economicamente più forti a cominciare da Germania e Francia. E tutto questo mentre i media di tutto parlano, tranne che della rovina economica nella quale siamo indirizzati.